Formaldeide e composti VOc cosa sono e sono davvero importanti?

Formaldeide e composti VOc: La formaldeide, più semplice delle aldeidi, ha una formula chimica è CH2O ed è un gas incolore e dall’odore irritante e pungente dannoso in concentrazioni maggiori di 0,1 mg/m^3. La formaldeide potrebbe essere presente in molti materiali usati per la casa: la maggior parte dei materiali laminati fatti da fibra di legno (LDF, MDF o HDF) utilizzano collanti per tenere compatte le fibre. Tali collanti nel tempo potrebbero rilasciare in ambiente la formaldeide.

La formaldeide fa parte del gruppo dei Composti Organici Volatili (VOC), cioè composti che si volatilizzano a temperatura ambiente. Rilasciando nell’aria un odore acre e irritante. Tra i composti volatile più conosciuti ci sono anche acetonitrile, acetone, benzaldeide, butanale, propanolo toluene ecc.

 

Dove si genera la formaldeide e termini normativi

Fibra di legno mdf hdf ldfLe principali fonti di esposizione alla formaldeide per la popolazione generale sono rappresentati da:

  • processi di combustione: delle industrie, dei veicoli, degli inceneritori, del fumo di sigaretta, di alcuni cibi affumicati o sottoposti a frittura;
  • processi non di combustione: ove sono presenti resine composte da urea-formaldeide, presenti in alcune vernici, collanti e coloranti di alcuni cosmetici;

NORMATIVE

  • Nel 1983 il Ministero della Sanità emette una circolare n. 57 del 22 giugno 1983 che specifica quali possono essere gli usi e i rischi legati alla formaldeide: viene riportato un limite massimo di esposizione di 0,1 ppm (124 μg/m3) negli ambienti di vita e di soggiorno in via sperimentale e provvisoria;
  • Nel 1987 WHO (World Health Organisation) o conosciuta come OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), a fronte di vari studi epidemiologici, ha stilato una serie di “soglie” di concentrazioni di formaldeide alle quali associare effetti sulla salute già a brevi esposizioni. L’OMS ha fissato un valore limite di qualità dell’aria di 0,1 mg/m3, ovvero la concentrazione oltre la quale si possono verificare fenomeni di irritazione;
  • Nel 1996 viene fatta la norma UNI EN 717-2:Pannelli a base di legno. Determinazione del rilascio di formaldeide. Rilascio con il metodo dell’analisi del gas;
  • Nel 2004, la formaldeide è stata inserita dall’IARC (International Agency for Research on CancerAgenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), un’autorità in materia, nel Gruppo 1 (Cancerogeno per l’uomo): riscontrando cancro del nasofaringe (rinofaringe) e leucemia;
  • Nel 2004 ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro) fa emergere una limitata evidenza di associazione con il tumore delle cavità nasali e dei seni paranasali e una forte, ma non sufficiente, evidenza per lo sviluppo di leucemia;
  • Nel 2005 la Fondazione Ramazzini  riporta che da test avvenuti sui ratti si specifica che un’alta concentrazione di formaldeide è capace di indurre molti tipi di tumore inclusi carcinomi delle ghiandole mammarie, dello stomaco , dell’intestino, linfomi e leucemie;
  • Nel 2008 nel decreto del 10 ottobre 2008 “Disposizioni atte a regolamentare l’emissione di aldeide formica da pannelli a base di legno e manufatti con essi realizzati in ambienti di vita e soggiorno”.
  • Nel 2015 il Ministero della Saluta divulga un foglietto informativo sulla formaldeide;

 

COME RIDURRE L’ESPOSIZIONE?

  • Eliminare o limitare l’impiego di materiali contenenti formaldeide (tappezzerie, moquette, mobili in truciolato etc..). Usare prodotti certificati E1 (valori< 0,1mg/m3) oppure esenti da formaldeide.
  • Evitare l’acquisto di prodotti rivestiti con resine fenoliche (armadi, pavimentazioni ecc.) che specialmente da nuovi emettono alti livelli di formaldeide;
  • Utilizzare prodotti a basso contenuto di formaldeide; ad esempio utilizzare prodotti a base di
    legno truciolare a minor emissione che contengono resine fenoliche, non a base di urea-formaldeide.
  • Aumentare la ventilazione, particolarmente dopo aver introdotto nuove fonti di formaldeide nell’ambiente confinato.
  • Utilizzare dispositivi di condizionamento dell’aria o deumidificatori per mantenere moderata la temperatura e ridurre i livelli di umidità (infatti il rilascio di formaldeide è tanto più elevato quanto più alte sono la temperatura e umidità).

IN CASA DOVE CERCARLA?

In uso domestico, dove in molti fanno attenzione alle emissioni, le sorgenti maggiormente significative sono costituite da tutti quei materiali da costruzione che vedono fra i loro componenti la colla ureica; nota anche come resina urea-formaldeide, si tratta di uno dei collanti più utilizzati nel settore del legno, in particolar modo nell’impiallacciatura e nella produzione di pannelli in truciolato, legno pressato, compensato ecc., tutti materiali utilizzati per la realizzazione di armadi, mobili vari, pannellature, pareti, pavimentazioni, scaffalature ecc.

Una particolare menzione va a quei prodotti che contengono MDF (Medium Density Fibreboard), ovvero il legno a media densità, in quanto sono quelli che hanno il più elevato rapporto resina/legno e, conseguentemente, sono quelli che rilasciano nell’abitazione i maggiori quantitativi di composti volatili.

Più bassi livelli sono rilasciati da quei prodotti in legno che contengono resine fenoliche (anche resine fenolo-formaldeide).

I livelli dei composti volatili emessi dai vari prodotti presenti nelle abitazioni dipendono anche dalla temperatura, dall’umidità e dalla ventilazione. Si sa, per esempio, che alti livelli di temperatura e umidità causano un incremento del grado di emissione di tali sostanze.

Sono anche disponibili in commercio diversi prodotti che non contengono colla ureica.

Dal momento che l’emissione di formaldeide da parte dei vari materiali che la contengono ha la tendenza a ridursi con il passare degli anni, va da sé che le abitazioni recentemente ristrutturate o di nuova costruzione presentano, per chi vi abita, un rischio di esposizione alla sostanza che è maggiore rispetto a quello relativo ad abitazioni più vecchie e ammobiliate in vecchia data.

 

PER I PIù TECNICI: COME MISURARLA IN CASA PER ESSERE SICURI?

Prima che inventassero le rilevazioni elettroniche portatili le analisi degli ambienti domestici o in quelli lavorativi (uffici, laboratori ecc.) era possibile soltanto effettuare un campionamento dell’aria interna tramite speciali pompe e particolari filtri che necessitavano di una successiva analisi di laboratorio piuttosto complesse e molto costose (gascromatografia oppure spettrometria di massa); oggi invece si hanno a disposizione anche modalità meno costose e strumenti sempre più piccoli: un esempio è il RILEVATORE QUALITA’ ARIA LIFEBASIS. Un altro valido strumento è il IGERESS

 

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